Deprecated: Array and string offset access syntax with curly braces is deprecated in /usr/www/users/cfmmma/marcellinebolzano.it/sites/all/modules/signup/signup.module on line 1614
Paolo Ghezzi incontra gli studenti | Marcelline Bolzano

Paolo Ghezzi incontra gli studenti

6 febbraio 2023

Le voci dei sommersi e dei salvati hanno riempito anche l'auditorium dell'istituto pluricomprensivo delle Marcelline nei giorni dedicati al ricordo dell'immane tragedie della Shoà.

Nelle classi del liceo e della terza media si è lavorato per cercare di capire, al di là del punto fermo della Giornata della Memoria - voluta per ricordare la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz il 27 gennaio del 1945 - come fare in modo che quella memoria divenga un sentimento vivo di presa di coscienza per dire “mai più guerra, mai più violenza, mai più razzismo, mai più discriminazioni, mai più idolatria al potere”: «Questi giorni – è stato detto ieri all'incontro con l'ospite, il giornalista e scrittore trentino Paolo Ghezzi, che ha fatto conoscere la storia della Rosa bianca in Italia – dovrebbero essere giorni di silenzio e di ascolto delle voci di chi ha cercato di urlare il dolore e la follia di un sistema che ha progettato di brutalizzare l'essere umano, di annichilirlo, incenerirlo, riducendolo a polvere. Di chi ci ha cercato, con le parole, di scandagliare i silenzi di quell'enorme vuoto di senso che è stato Auschwitz, simbolo nero e monito per tutti i campi di raccolta e di sterminio nel mondo».

Gli studenti di Monaco, ghigliottinati fra il 43 e il 45, hanno cercato le parole per dire l'indicibile. Hanno scritto dei semplici volantini per ripudiare l'oscura banalità del male, per ridare colore al grigio di cemento di un sistema feroce, che inghiottiva le vittime sacrificali per un semplice sì o per un semplice no, come ci ricorda Primo Levi nella sua poesia di ammonimento messa come incipit del libro più famoso: «Meditate che questo è stato: / vi comando queste parole. / Scolpitele nel vostro cuore / stando in casa andando per via, / coricandovi, alzandovi».

«Vedete? - si è rivolto subito Paolo Ghezzi ai ragazzi che lo ascoltavano senza perdere una parola – Bastava poco per finire sotto la ghigliottina. Un sì o un no, un atto arbitrario dell'ufficiale di turno che avesse voluto uccidere il primo che incrociasse per la strada. Senza motivo, senza un perché. Pensate se quello che è stato accadesse oggi. Scrivete un post coraggioso contro un governo dispotico in carica e finite agli arresti, finite sotto processo, finite che vi ammazzano. Vi sembra normale? Vi sembra giusto? Vi sembra possibile? Eppure non molto distante da qui ci sono persone che vengono impiccate perché si sono permesse di protestare contro una legge che impedisce alle donne di uscire per strada senza il velo. E a pochi chilometri da qui infuria una guerra atroce dove muoiono migliaia di persone innocenti. Io ci sono stato in Ucraina, ho visto i carriarmati russi, ho visto la sofferenza della povera gente costretta a vivere sulla sua pelle la furia della guerra. Non sono eventi funesti di un passato oscuro, sono cose che succedono oggi. Io vi auguro di non vivere mai sotto una dittatura, eppure auspico che sappiate come comportarvi in simili situazioni, che sappiate per quali valori vivere e per quali ideali saper anche morire».

I giovani della Rosa Bianca amavano la vita. Sophie amava abbracciare gli alberi, entrare con i piedi nell'acqua fresca di un ruscello. La sua patria (Heimat) era questa: la vita pulsante del bosco. Willy Graf aveva il ciuffo sui capelli, si distingueva dall'uniformismo degli altri giovani irrigimentati nei gruppi della Hitlerjugend. Questi giovani avevano anche un look che li differenziava, anche esteticamente, dalla massa inneggiante il Führer. Hans Scholl, il leader di questo movimento, amava girare in bicicletta per conoscere la vita e la realtà della sua Germania.

Ghezzi ha mostrato agli studenti, le foto di questi resistenti tedeschi dallo spirito forte e dal cuore tenero. C'è Sophie giovanissima, a quindici anni, con un libro in mano: «I libri – ha detto Ghezzi – vi aiutano a capire le cose, a percepire la realtà e i sentimenti che suscitano i racconti del mondo. Questi ragazzi leggevano tanto, anche libri di autori proibiti dal regime. Anche questa, per loro, era la lotta per la libertà. Imparate a leggerei libri, ad appassionarvi alle storie, a sentire su di voi lo spirito delle cose del mondo».

Ghezzi ha raccontato le vicende dei protagonisti di quel movimento, ha riletto alcuni tratti biografici, ha preso in esame il contesto e l'impatto che questa storia ha avuto perla Germania e eppr il mondo intero. La pagina più studiata, più letta, più considerata e omaggiata della resistenza tedesca..

Gli studenti del liceo e della terza media delle Marcelline hanno partecipato attivamente all'incontro leggendo estratti dal libro “storico” di Paolo Ghezzi appena ri-editato e aggiornato, “La Rosa Bianca. La resistenza al nazismo in nome della libertà” (San Paolo).

 

 

Back to Top